Unità di Psicofarmacologia

Psicofarmaci. Un termine che ancora oggi suscita sfiducia e timori in gran parte delle persone, che li ritengono “le medicine per i casi gravi” o destinati solo “a chi non ha forza di volontà e coraggio per cambiare con le proprie forze”.

Alcuni invece temono che “una volta che si inizia ad assumerli si diventa dipendenti e non se ne può più fare a meno”, oppure che “prenderli vuol dire farsi modificare la personalità da una sostanza artificiale”, o ancora  che “causano danni irreparabili” e così via …

 

Ma le cose non stanno esattamente così! Le attuali conoscenze scientifiche e le evidenze cliniche dimostrano quanto gli psicofarmaci possono essere utili ed efficaci in molti disturbi, a volte da soli, a volte associati ad altre forme di trattamento, come la psicoterapia.

La loro azione, infatti, come per la maggior parte delle altre medicine, è quella di ristabilire un equilibrio nel Sistema Nervoso Centrale al fine di ridurre una particolare sofferenza.
I fenomeni da dipendenza, poi, si verificano essenzialmente solo per determinate classi  (le benzodiazepine) e solo quando l’assunzione avviene ad alti dosaggi e per periodi molto lunghi, senza il controllo dello specialista. In  genere, una sospensione controllata dal medico, lenta e graduale, evita del tutto qualsiasi tipo di problema.

Per quanto riguarda poi gli effetti collaterali, gli psicofarmaci ne presentano né più né meno che qualsiasi altro farmaco.

Per psicofarmaci, infatti,  intendiamo semplicemente quel gruppo di farmaci che - agendo sui meccanismi e sulle strutture del Sistema Nervoso Centrale - producono effetti su alcuni sintomi psichici.

Gli psicofarmaci sono, in altre parole, farmaci come tutti gli altri, ma in grado di arrivare al cervello, di agire sui recettori e sul metabolismo di alcuni neurotrasmettitori e quindi di modificare in senso positivo l'intensità e la frequenza dell’ansia, di modulare il tono dell'umore, di calmare uno stato di agitazione, di paura, di irritabilità, etc.

Come tutti i farmaci, in altre parole, anche gli psicofarmaci costituiscono importanti - e a volte fondamentali - risorse per la cura di quei disturbi psichici che possono generare profonda e intensa sofferenza nelle persone che ne sono affette. Ovviamente, come per tutti gi altri farmaci, presentano anche aspetti negativi, come effetti collaterali più o meno sgradevoli o specifiche  controindicazioni.

Gli psicofarmaci possono dare sollievo, ridurre o eliminare alcuni sintomi, aiutare il paziente a regolare meglio le proprie emozioni, o ad affrontare determinate situazioni con maggiore pacatezza  e possibilità di riflessione, permettergli di ricercare un cambiamento personale, sostenuto da uno stato di minore sofferenza, anche attraverso un intervento di psicoterapia.

Ovviamente gli psicofarmaci non risolvono i problemi esistenziali delle persone, né trasformano il loro personale modo di pensare o di vedere le cose, né le esperienze negative vissute e che continuano a condizionare il loro presente.

In altre parole, se è vero che gli psicofarmaci possono offrire un aiuto prezioso per affrontare i problemi, è altrettanto vero che non sono così potenti da poter “cambiare la personalità” di un individuo, né di rendere “una persona diversa” da quello che è. 

Proprio tenendo presenti gli aspetti positivi e quelli negativi di ogni singolo psicofarmaco, appare molto difficile generalizzare il discorso a tutti  gli psicofarmaci, che tra l’altro agiscono su persone molto diverse l’una dall’altra  in termini di patrimonio genetico, di costituzione individuale, di personalità, di altre malattie presenti, di particolari problematiche.

Per tutti questi motivi, la prescrizione di uno psicofarmaco è pertanto un atto medico che presuppone una alta competenza da parte dello specialista, una attenta valutazione del paziente e degli obiettivi da raggiungere, e soprattutto una assoluta personalizzazione della prescrizione.

In questo senso, non esistono gli psicofarmaci buoni per tutti, ma quel determinato farmaco può essere indicato per quella particolare persona e per quello specifico problema, tenendo conto delle sue abituali condizioni di vita e della migliore qualità di vita raggiungibile.

Ecco perchè lo psicofarmaco va prescritto solo quando medico e paziente lo ritengono necessario, solo per il tempo necessario e solo alla dose consigliata.

In genere, quando possibile, si preferisce evitare la prescrizione di psicofarmaci alle donne  in gravidanza o in allattamento.

Alle persone anziane, in genere, vengono prescritte dosi ridotte perché possono avere un metabolismo rallentato.

La prescrizione dello psicofarmaco, infatti, avviene sempre all’interno di un rapporto di fiducia tra medico e paziente: il medico deve essere in grado di personalizzare la sua prescrizione, di offrire tutte le informazioni e le spiegazioni al paziente relative al farmaco consigliato, deve rendersi reperibile, nei limiti del possibile,  in caso di dubbi o della necessità di comunicazioni importanti.

Da parte sua il paziente deve cercare di seguire scrupolosamente  le indicazioni ricevute dal medico  (per esempio attenersi ad alcune regole comportamentali di alimentazione o di sonno,  astenersi dal consumare alcolici in alte quantità, oppure di fare uso di sostanze stupefacenti o droghe) e  di segnalare liberamente eventuali problemi o effetti collaterali comparsi. Inoltre, deve ricordarsi di aumentare o ridurre i dosaggi nei tempi indicati dal medico proscrittore e di effettuare tutti gli esami richiesti dallo psichiatra. Gran parte degli eventuali rischi ed effetti negativi legati alla assunzione di alcuni psicofarmaci vengono così ad essere eliminati o almeno a ridursi fortemente.

Ricordiamo che la risposta ad uno psicofarmaco che noi possiamo pero' in qualche modo conoscere per la loro incidenza statistica.

Psicofarmaci e Psicoterapia non sono necessariamente interventi alternativi, tutt’altro!

Molto spesso i primi possono rappresentare una scelta iniziale, che permette al paziente di cominciare al meglio un percorso di psicoterapia e trarne il massimo vantaggio. Per questo è però importante la possibilità di un intervento che sia concordato, coordinato e integrato, secondo quel modello di trattamento denominato co-terapia,  scelto e perseguito dal nostro Centro Clinico de Sanctis.

Allo stesso modo, appare particolarmente importante, oltre alla competenza del medico, anche il suo aggiornamento: vengono infatti continuamente scoperti, messi a punto e commercializzati nuovi psicofarmaci,  per diverse problematiche psicopatologiche, con maggiore specificità di azione e minori effetti collaterali.

Esistono quindi diverse classi di Psicofarmaci a seconda dei sintomi che essi vanno ad alleviare:


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