Parafilie o perversioni sessuali

Il concetto di perversione ha subito notevoli cambiamenti seguendo lo spirito dei tempi. Solo da pochi anni l'omosessualità non compare fra le perversioni, benché in passato vi sia sempre stata inclusa a pieno titolo. Secondo il Dizionario Webster, la perversione è quella forma di gratificazione sessuale preferita al coito e abitualmente ricercata come forma primaria o unica di gratificazione sessuale desiderata.

Robert Stoller ha proposto un’interessante definizione (Perversion: The Erotic Form of Hatred, Pantheon, New York, 1975) considerando deviante il comportamento che si discosta dalla norma e perverso quello finalizzato ad allontanare l'altro, disumanizzarlo infliggendo umiliazione al partner e simultaneamente a se stesso. Robert Stoller, insieme ad Otto Kernberg (Aggressività, disturbi di personalità e perversioni. Ed. Raffaello Cortina Editore Milano, 1993) ipotizzano che l'atto sessuale permetta una quota di aggressività che, in giuste quantità, arricchisce e vitalizza un rapporto; ma se eccede e, soprattutto, se è finalizzata a disumanizzare il partner minacciando il legame stesso, trasforma la devianza in perversione. Pertanto possiamo sostenere che non è tanto la quota d’aggressività, quanto l'intenzionalità o la meta inconsapevole di cui la condotta sessuale diventa veicolo, che segnala la qualità perversa dell'atto sessuale.

Un’ulteriore differenziazione è posta dal DSM III-R che restringe il termine alle situazioni in cui la sessualità è legata ad oggetti non umani, a bambini o ad adulti non consenzienti, in cui appare chiara la natura umiliante e traumatica del comportamento sessuale. È pertanto ristretto ad una forma lieve il comportamento che non viene posto in essere, pur essendo vissuto nella fantasia generando alcune ricadute emotive. La saltuaria traduzione in atto di tali fantasie permette di considerarla una forma moderata che diventa grave quando l'atto viene ripetuto frequentemente. La relativa bassa incidenza delle perversioni contrasta con l’elevato numero delle vittime, legato all’intensa attività dei perversi.


Nelle perversioni si identificano le:

  • Variazioni della meta/scopo:

    - esibizionismo e voyeurismo: nascono dal bisogno di dominare l’altro, imponendogli la vista dei propri genitali.
    - masochismo: il masochista, per eccitarsi sessualmente, ha bisogno di un partner aggressivo che lo umili e gli provochi dolore durante i rapporti anche se non è tanto il dolore quanto l’umiliazione, il sentirsi sottomesso, che lo gratifica.
    - sadismo: il sadico vuole dominare, umiliare l’altro, infliggendo dolore e la vittima si deve difendere e soffrire (per questo il masochista non è il partner ideale). E’ violento sia verbalmente che con i suoi comportamenti, taglia i capelli, usa il fuoco, la frusta ecc. Nel sadomasochismo i partner si scambiano i ruoli; il sadismo e il masochismo possono essere presenti anche nella stessa persona: il sadico si identifica nella vittima e, oltre a sottomettere, si sente sottomesso;
    - saliromania (attrazione pronunciata per le feci e l’immondizia);
    - coprofagia, coprolalia (mangia feci; ama dire parolacce);
    - feticismo: Trarre eccitazione da oggetti inanimati (scarpe, biancheria intima, calze, guanti...)
    - piromania;
    - pornografia compulsiva;
    - stupro;
    - ricorso alla prostituzione.

  • Variazioni dell’oggetto:

    - zoofilia (con animali);
    - necrofilia: il necrofilo (uomo) raggiunge soddisfazione sessuale con un cadavere donna della cui morte non è responsabile;
    - gerontofilia (con le persone anziane);
    - pedofilia: l’attrazione sessuale verso bambini o ragazzi di entrambi i sessi.

     

  • Variazioni del ruolo:

    - travestitismo: si tratta di un eterosessuale che si eccita quando indossa gli abiti dell’altro sesso anche se il travestito non percepisce psicologicamente una sessualità diversa da quella sua anatomica. L'uomo eterosessuale, ad esempio, si veste da donna per creare in sé un eccitamento sessuale che porta ad un rapporto sessuale eterosessuale o alla masturbazione.


C’è ampio consenso in letteratura nel considerare la prognosi delle parafilie in relazione alla patologia di base; si considera più sfavorevole se insorge in età precoce e quando non è accompagnata da sensi di colpa e vergogna o se concomitante all'uso di sostanze stupefacenti. Un indicatore favorevole è invece la buona motivazione e la spontaneità della richiesta di terapia.


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